Il tasso di inflazione alle stelle rende gli stipendi sempre più inadeguati a fare fronte alle necessità delle famiglie. Ed i risparmi vanno via in bollette
È l’Osservatorio Changing World di Nomisma a fare il punto della situazione degli ultimi 12 mesi. Ci si trova nel teerzo mese del 2023, ed è un tempo adeguato per poter tirare le somme del 2022. Dallo studio è emerso che si è ridotta la capacità di spesa per il 54% degli italiani. E questo ha inciso profondamente sui consumi mesi, ed a ricasco sull’economia in generale. Quando si rialza il tasso di inflazione è consequenziale che si abbia una crisi dei consumi. Tuttavia questa tornata è piuttosto lunga, dalla pandemia, ma in realtà dal 2008, e non accenna a diminuire.
Al punto che quello che maggiormente si temeva si sta verificando. Dalla ricerca Nomisma si apprende anche che il 26% degli italiani ha dichiarato di non riuscire a far fronte alle spese mensili, andando ad accumulare debiti ogni volta. Dunque che fine fanno i risparmi, che possono servire per beni necessari o meno? Chi mette da parte i soldi lo fa o per assicurarsi un gruzzolo in caso di emergenza, come ad esempio quella sanitaria, oppure per potersi permettere delle spese extra, come viaggi o auto di valore.
Inflazione, la diminuzione del potere di acquisto
Il potere di acquisto è uno dei parametri di benessere di un Paese. Maggiore è questo valore, e più si può dire che l’economia giri a dovere – almeno per i canoni attuali -. In questo momento, data l’inflazione incessante, il potere d’acquisto perde valore per tutti i cittadini, al punto che il 25% di essi dichiarano di spendere tutto lo stipendio ogni mese per i beni necessari, come la spesa alimentare e le bollette. Dunque poco rimane per andare a cena fuori, fare shopping ed andare in vacanza. Almeno per un qurto degli italiani.
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Percentuale a cui si deve unire la parte che è al di sotto del regime di sopravvivenza, la cosiddetta povertà assoluta. In conclusione, il quadro di Nomisma sull’inflazione 2022 porta dei dati allarmanti, che se uniti alle prospettive future poco rosee non crea un quadro della situazione particolarmente rassicurante.