Tante novità e cambiamenti, ma ecco tutto quello che bisogna sapere se volete anche voi presentare una domanda MAD? Continuate per scoprirlo.
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Avete mai sentito parlare delle domande MAD? Ecco tutto quello che vi serve sapere, come richiederle e soprattutto chi può farlo: scopriamolo insieme.
La prima cosa che bisogna capire e di cosa parliamo quando diciamo “MAD” e le sue domande, così da comprendere meglio come muoverci e soprattutto come gestirci.
Domande MAD, quello che bisogna sapere
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Ebbene, in realtà stiamo parlando delle cosiddette domande di messa a disposizione: vale a dire quale un aspirante insegnante si mette a disposizioni di determinati istituti scolastici per ricevere un istanza, e per tanto per ricevere (e ovviamente accettare) una proposta di supplenza. Capito questo, adesso, vediamo però cosa bisogna sapere quando facciamo riferimento a queste domande: per scoprirlo, continuate a leggere insieme a noi.
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Come abbiamo detto, con MAD intendiamo la messa a disposizione di domande per vedersi attribuite delle supplenze da parte dei dirigenti scolastici. In particolare, si parla di queste domande a seguito di un esaurimento delle graduatorie di istituto di quella che è la scuola che interessa all’aspirante in questione o quella più vicina. Ma soprattutto, sono domande rivolte sono a supplenze momentanee, dovute magari a casi di malattia, maternità, infortuni e altro. Scopriamo adesso come fare per poter presentare domanda: secondo l’OM 112/2022 per poter fare domanda bisogna essere un aspirante non incluso in nessuna graduatoria della stessa o anche di altra provincia.
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Inoltre, per richiedere una MAD, bisogna presentare il proprio titolo di studio, eventuali CFU aggiuntivi o necessari per parteciparti al concorso e gli estremi del proprio titolo di abilitazione. Ora, in conclusione, specifichiamo che di solito infatti il dirigente tende a dare la supplenza a chi ha fornito la propria disponibilità e non è presente in nessuna graduatoria, individuando inoltre tra docenti abilitati e chi è invece solo specializzato. Successivamente, passa a scegliere tra chi ha il titolo di studio necessario e chi invece lo sta ancora conseguendo. Una volta, infine, ottenuta la supplenza, l’aspirante è sottoposto a quegli stessi vincoli e criteri previsti dall’OM: come, ad esempio, l’impossibilità di completare il proprio orario in scuole di province diverse.