Precari, arriva anche per loro la Carta dei docenti

La Carta del docente spetta anche ai precari, importante sentenza dei giudici restituito quanto non versato

Carta Docente precari sentenza
Docente (Foto Adobe – larciere.it)

La Carta dei docenti è un’iniziativa risalente al 2016 pensata per fornire ulteriori strumenti e risorse per gli aggiornamenti dei professori di ruolo dell scauola italiana. È destinata, dietro domanda, agli  insegnanti di ruolo con contratto a tempo indeterminato nelle scuole statali, sia a tempo pieno che a tempo parziale, inclusi i professori che sono in periodo di prova.

L’importo della Carta è di 500 euro per anno scolastico e può essere utilizzata per l’acquisto di libri e testi utili per l’aggiornamento professionale, per computer e programmi, per corsi di aggiornamento, iscrizione a corsi di laurea inerenti il ruolo professionale, titoli validi per l’ingresso a musei, mostre, spettacoli e cinema. Altro non è che un buono elettronico dell’importo di 500 euro spendibile per le attività citate.

Sentenza a favore dei precari della scuola, carta docenti anche per loro

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Docente (Foto Adobe – larciere.it)

Esclusi dall’assegnazione di questo strumento di formazione e aggiornamento sono i precari della scuola, senza contratto a tempo indeterminato. Ma è arrivata un’altra sentenza, questa volta del tribunale di Cosenza, a favore di una precaria che aveva presentato un ricorso per non aver ottenuto per ben 6 anni di servizio la carta utile alla sua formazione e aggiornamento professionale.

La Corte di Giustizia dell’Unione europea si era già espressa contro la normativa nazionale italiana che “riserva al solo personale docente a tempo indeterminato del Ministero dell’istruzione, e non al personale docente a tempo determinato di tale Ministero, il beneficio di un vantaggio finanziario dell’importo di EUR 500 all’anno, concesso al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali”.

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Non solo per il giudice italiano, secondo la legge, la formazione continua è obbligatoria per il personale a tempo indeterminato quanto per quello a tempo determinato. La natura temporanea di un contratto non può essere  “sufficiente a giustificare una differenza di trattamento tra lavoratori a tempo determinato e lavoratori a tempo indeterminato”. In caso contrario si manterrebbe una situazione di svantaggio per i lavoratori con contratto a tempo determinato.

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La scuola statale si serve di personale non di ruolo per i suoi servizi, quindi deve assicurare la formazione anche di quel personale per la qualità dell’insegnamento e del buon andamento della PA. In conlclusione il tribunale ha condannato il ministero a restituire alla docente ricorrente l’ammontare corrispondente alla carta docente per gli anni di supplenza svolta.