Allarme dal mondo del lavoro, stipendi troppo esigui

Continuano ad emergere dati preoccupanti sulla condizione del lavoro in Italia, la situazione degli stipendi

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Stipendio esiguo (Foto Adobe – larciere.it)

Le discussioni sulle condizioni dei lavoratori, alla luce della crisi e dell’impennata dell’inflazione, proseguono con elementi sempre più allarmanti. L’attuale situazione italiana è caratterizzata da un forte calo del potere d’acquisto di salari, stipendi e redditi da lavoro autonomo, con una precarizzazione del lavoro esistente e una disoccuppazione diffusa che non riguarda soltanto le fasce più giovani d’età.

Il quadro che ne emerge è fosco e non lascia spazio a troppo ottimimismo. Le soluzioni avanzate, anche a livello europeo, per la fuoriuscita dal difficile stato di cose prevedono una stretta sulla domanda con una crescita dei tassi di interesse che inevitabilmente comprime investimenti e spese, con il rischio concreto di stagflazione, cioè di un ciclo economico caratterizzato da forte inflazione e stagnazione, recessione, senza crescita.

La situazione italiana stipendi sempre più bassi, le difficoltà del lavoro

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Disoccupazione (Foto Adobe – larciere.it)

Questo quadro è complicato in Italia da una tendenza ormai più che decennale a un’aumento irrisorio degli stipendi rispetto all’andamento di tutti i grandi paesi europei, evidente e drammatico con l’inflazione a 2 cifre dell’ultimo periodo. Disoccupazione e precarietà ne definiscono ancor più la drammaticità. Secondo i dati evidenziati da Federcontribuenti (Federezione italiana a tutela dei contribuenti e dei consumatori) il tasso di occupazione in Italia è del 58% contro il 70% del resto dell’Unione europea, con troppo lavoro non dichiarato.

La media degli stipendi di questo 58% è inferiore a 1100 euro mensili in assenza di turni, giorni di riposo e orari congrui. Il sistema produttivo italiano è caratterizzato dalla presenza massiccia di imprese con meno di 10 dipendenti. Le quali si trovano più in difficoltà a garantire stipendi dignitosi e che garantiscono il 95% degi occupati. Si calcola che circa il 55% dei contratti lavorativi attuali sono in  part time, con una media di stipendi di 700 euro al mese, concentrati nella fascia di età tra i 30 e i 50 anni.

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Il costo del lavoro troppo elevato per questo sistema produttivo aggrava la situazione. Soprattutto nella piccola e media impresa che non riesce a garantire paghe dignitose per i dipendenti, con una pressione fiscale troppo forte. La prospettiva è un futuro immediato con richieste ancora maggiori di sussidi e assistenza a un numero sempre maggiore di poveri.

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Una prima soluzione l’introduzione di un reddito universale per tutti gli stipendi sotto la soglia dei 1000 euro al mese, con tagli del costo del lavoro per le imprese e i dipendenti, eliminando il lavoro nero e favorendo assunzioni regolari più convenienti per dipendenti e datori di lavoro.