Laureati nelle scuole, perché sono sempre di più a fare i collaboratori scolastici

Laureati nelle scuole, ecco perché sono sempre più i laureati che fanno i collaboratori scolastici nell’attesa di altro.

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Laureati nelle scuole fanno i collaboratori scolastici (foto Pixabay) – larciere.it

Sono sempre di più i laureati che fanno i collaboratori scolastici, nell’attesa magari di entrare in graduatoria per diventare insegnante di ruolo, oppure di fare altro.

Una condizione sempre più attuale e sempre meno rara, che si verifica a causa della mancanza di lavoro per quei giovani che hanno una laurea o un master, e che allora sono costretti a cercare altro pur di lavorare.

Il fatto è che in questo caso la laurea però non conta, perché per fare il collaboratore scolastico è sufficiente avere un diploma di qualifica triennale rilasciato da un istituto professionale, o un diploma di maestro d’arte, un diploma di scuola magistrale per l’infanzia, quindi qualsiasi diploma di maturità, attestati e/ o diplomi di qualifica professionale.

Laureati nelle scuole: “La nostra formazione non viene presa in considerazione”

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Laureati nelle scuole fanno i collaboratori scolastici (foto Pixabay) – larciere.it

Antonella, collaboratrice scolastica supplente a un passo dall’accesso in graduatoria di prima fascia, spiega questa situazione disarmante in cui si trova con molti altri ragazzi: “Come tantissimi colleghi sono laureata e questa nostra formazione non viene neanche presa in considerazione, perché? Perché dobbiamo essere considerati al pari di chi ha un diploma di qualifica?”

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La laurea infatti, non viene proprio considerata per fare il collaboratore scolastico, perché non è richiesta, e non viene valutata nemmeno come punteggio aggiuntivo, come invece accade per altri profili come l’assistente amministrativo, per cui il titolo (sia triennale che magistrale) viene valutato due punti in più.

E chi ci sta dentro, vede l’enorme differenza tra le due categorie. “Un bidello laureato, non ha solo un titolo in più, ma anche un bagaglio di esperienze in più. Immagino da una parte un bidello con un diploma professionale, e dall’altra un bidello che ha una maturità al liceo, una laurea magari con un percorso di pedagogia e psicologia che si ritrova in un luogo formativo, ad esempio dove sono io all’infanzia c’è uno strettissimo rapporto coi bambini” spiega Marco, che fa il collaboratore scolastico con laurea e master.

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Insomma, un problema attuale e di grande importanza, che però non viene riconosciuto da tutti. Alcuni infatti, pensano che sia giusto così, perché per fare il collaboratore scolastico non serve la laurea e i laureati dovrebbero fare altro. Se solo ci fosse.