Andiamo a conoscere la classifica stabilita da Altroconsumo riguardo la pasta italiana e quali sono i prezzi migliori
In questo difficile momento economico, causato la guerra tra Russia ed Ucraina, i prezzi aumentano ovunque. Dall’energia, al gas, acqua, e fino agli alimenti. Il caro-energia, sta colpendo, tutti i paesi dell’Europa, ma soprattutto i cittadini con maggiori difficoltà. Con i tanti bonus che gli stati inviano, non si può vivere per sempre.
Nei supermercati, le persone, perdono più tempo a controllare se i prezzi sono gli stessi, o se sono calati. Se aumentano sono alquanto restii nell’acquisto. Si sta avvicinando il Natale e i giorni della Vigilia e del 25, sono le tavole in Italia saranno imbandite dai classici piatti che appariranno.
La pasta più economica per Altroconsumo
La pasta, come ben sappiamo noi italiani, è fondamentale. Senza un piatto di pasta al giorno, la vita non sarà mai la stessa. Anche i medici, consigliano di mangiarne, perché comporta energia e carboidrati sempre nei limiti previsti. Noi italiani, siamo presi in giro dagli altri cittadini, come “mangia spaghetti” intanto la nostra cucina si può considerare la migliore proprio grazie alla pasta.
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L’associazione di Altroconsumo che attraverso esperti ed anche recensioni ed opinioni dei consumatori, stila classifiche sui prodotti migliori e sui prezzi. Questa volta è il turno della pasta italiana. I prezzi della asta, aumentano di 10-15 centesimi, e c’è il rischio di comprarne sempre meno. Cosa bisogna fare? Quale pasta bisogna comprare?
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Secondo Altroconsumo, quindi ecco la classifica:
-La Molisana
-De Cecco
-Voiello
-Coop
-Rummo
-Barilla
-Libera Terra
-Garofalo
-Esselunga
-Alce Nero.
La pasta Molisana si stabilisce in vetta, è poi seguita subito dopo da un altro marchio storico, la Pasta De Cecco, le cui origini risalgono all’inizio dell’Ottocento. Al terzo posto sul podio troviamo invece la pasta Voiello, il cui sponsor è il volto noto Antonino Cannavacciuolo, il famoso chef.
Altroconsumo ha sottoposto i prodotti a diversi test. In laboratorio sono stati valutati parametri come la presenza di grano tenero, il contenuto di proteine e fibre e le eventuali tracce di impurità. In cucina, invece, sono stati presi in considerazione sia l’aspetto a crudo sia il risultato dopo la cottura (valutando aspetti come la tenuta, la collosità e l’assorbimento del sugo).