Crisi energetica, quanto costa agli italiani

La guerra in Ucraina non ha portato solo devastazione e morti ma anche un’ingente preoccupazione a livello europeo in ambito economico. La crisi energetica infatti sta costando un patrimonio agli italiani. Ecco a quanto ammontano le cifre.

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Crisi energetica, quanto costa agli italiani (Canva)

È quasi passato un anno dallo scoppio del conflitto tra Russia ed Ucraina: era infatti il 24 Febbraio 2022 quando Putin ordinò l’inizio dell’invasione. Morti, bombe, feriti, shock psicologico: tutti questi termini rispecchiano il lato più cupo della guerra. D’altro canto però, tutto ciò ha scaturito anche un preoccupazione in ambito economico per tutta l’Europa di non poco conto.

La crisi energetica (avviata dal fatto che molti stati del vecchio continente traevano l’energia proprio dalla Russia) sta mettendo sul lastrico tantissime famiglie italiane che hanno visto i costi della loro bolletta moltiplicarsi esponenzialmente. Ma quanto è costato tutto ciò? Ecco la cifra fuori da ogni senso logico.

Crisi energetica, ecco quanto costa agli italiani

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Elettricità (Canva)

In appena 3 mesi, il monte risparmi degli italiani è calato del 2,4%. Questo significa che dai portafogli o dai conti bancari dei nostri concittadini sono usciti circa 50 miliardi di euro. Ancor più precisamente a Luglio, l’ammontare delle riserve economiche toccava quota 2.097 miliardi, mentre a ottobre il dato è sceso a 2.047 miliardi di euro. È quanto emerge da una ricerca del Centro studi di Unimpresa, che parla di “situazione drammatica” prospettata da tempo.

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E dire che per più di due anni si era registrata una crescita costante, con una tendenza all’accumulo proseguita fino all’estate 2022. Da agosto in poi, però, è avvenuta l’inversione di tendenza. Su base annua, da ottobre 2021 a ottobre 2022, si sono “persi” 3 miliardi (-0,1%), mentre la variazione complessiva da dicembre 2019 a oggi evidenzia una crescita di 252 miliardi di euro (+13,8%). Un andazzo che, se proseguirà agli stessi ritmi, si ripercuoterà sulla capacità di raccolta degli istituti di credito, innescando un circolo vizioso: l’aumento dei costi produrrà difficoltà sugli impieghi e farà aumentare i tassi di interesse su prestiti e finanziamenti.

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Sono tempi bui quelli che stiamo vivendo ma forse un piccolo barlume di luce in una tremenda foschia si intravede: diversi istituti di statistica infatti prevedono una piccola ripresa già a partire dal primo trimestre del 2023.