Bonus famiglia

Ecco il Bonus Maroni, in che cosa consiste

Con quest’anno verrà riproposto il bonus Maroni, dal nome del politico della Lega Nord che per primo lo presentò

Pensione (Foto Pixabay – larciere.it)

La pensione resta il miraggio degli italiani, soprattutto per quelli più giovani, ma non solo. Le proiezioni, stando all’attuale sistema previdenziale, indicano un’età sempre maggiore per l’accesso alla pensione delle generazioni che si affacciano ora alla vita lavorativa. D’altra parte molti problemi saranno presenti, tra qualche anno, anche per quanti sono nati tra gli anni Sessanta e Settanta, con una vita professionale contrassegnata da precarietà e instabilità.

Gli ultimi governi, compreso l’attuale, si ritrovano a contrastare il ritorno della riorganizzazione Fornero del sistema pensionistico, ma i limiti della disponibilità di risorse e dell’offerta di lavoro rendono poco sostenibili le alternative. Attualmente le norme prevedono una lunga di possibilità di ingresso alla pensione, ma nessuna di carattere strutturale se non la pensione di vecchiaia, proprio nella formulazione Fornero.

La proposta del governo, il bonus Maroni

Pensione (Foto Pixabay – larciere.it)

Il sistema contributivo attualmente in vigore prevede che la pensione sia stabilita con quanto effettivamente versato nel corso della vita professionale, mediante un calcolo abbastanza complicato. Alla luce di ciò gli anni di lavoro con i relativi contributi sono essenziali per un assegno dignitoso, formando il montante contributivo, uno degli elementi di cui tener conto per il calcolo della pensione.

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Il bonus Maroni altro non che un premio a chi, pur avendo i requisiti per Quota 103, sceglie di restare al lavoro. Infatti chi lo accoglierà, avrà uno sgravio contributivo pari al 9 per cento che andrà direttamente in busta paga. In altre parole  i contributi a carico del lavoratore per l’assicurazione generale obbligatoria finalizzata a invalidità, vecchiaia e superstiti non andranno all’Inps, ma saranno aggiunti allo stipendio per il periodo di beneficio.

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A questo vantaggio corrisponde uno svantaggio. Al momento della pensione l’assegno sarà più basso, anche se di poco. Chi resterà al lavoro accetterà l’importo dell’assegno maturato fino a quel giorno. Quei contributi non andranno a gonfiare il montante, ossia la somma che si accumula nel corso degli anni per la pensione. In più, nel periodo di lavoro aggiuntivo, non saranno conteggiati gli adeguamenti periodici di rivalutazione sulla base dell’inflazione. A questo punto ognuno faccia i suoi calcoli.

L Maggio

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